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il tarocco ed altre carte antiche
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IL MAZZO MORESCO  ITALIA 2
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il mazzo di
Jost Amman

~ NOTA ~
Le carte presentate in questa pagina provengono da una ristampa di un mazzo
appartenente al Museo Fournier delle Carte da Gioco di Alava (Spagna), stampata da Fournier.




Questa galleria ci porta indietro nel tempo all'alba delle carte da gioco europee, ai primissimi progenitori degli stili odierni. Descrive un mazzo appartenente al Museo Fournier di Alava (Spagna), catalogato col nome di "Italia 2", la cui datazione è stata fissata attorno all'anno 1400: queste sono le carte occidentali più antiche conosciute, antecedenti anche ai famosi tarocchi viscontei (cfr. pagina VI).
Una cronaca italiana della seconda metà del '300 dice: In the year 1379 was brought to Viterbo the game of cards which in the Saracen language is called nayb; chi redasse questa nota potrebbe essersi trovato di fronte a uno o più mazzi non molto diversi da questo. Le carte da gioco furono portate in Europa meridionale dalle terre governate dai Mori (si vedano in proposito le note storiche e pagina V); l'aggettivo "moresco" riservato alle prime carte occidentali, quali quelle mostrate in questa pagina, fa riferimento alle molte analogie con quelle che venivano usate dai Mamelucchi, ma non definisce un vero stile, in quanto il numero di carte nel mazzo, la forma dei semi e la loro dispozizione aveva già cominciato la propria evoluzione e differenziazione.
Il mazzo "Italia 2" è forse il miglior esempio di questa nebulosa ma affascinante preistoria delle carte occidentali: a differenza degli altri rari esemplari di età analoga è quasi completo (40 soggetti rimasti su 48), e ancora pienamente leggibile nonostante i pesanti segni dovuti al tempo ed all'usura. Un problema irrisolto, però, è l'esatta provenienza di queste carte.

re di Denari


cavallo di Coppe
Ogni soggetto in origine misurava circa 6.5 ´ 9.5 cm, più piccolo di un tarocco classico ma leggermente più grande di un generico mazzo moderno. La misura è approssimativa, a causa dello stato di conservazione: a tutte le carte manca qualche frammento, o persino interi lati.
Il loro stile è basato su semi latini arcaici, ciascuno dei quali va dall'1 (asso) al 9, e termina con tre figure: un fante, un cavallo e un re; questa composizione corripsonde a quella del mazzo tradizionale spagnolo. Sebbene otto carte siano andate perdute (precisamente il 4 e il 5 di Denari, il 2 e il 5 di Coppe, il 9 e il fante di Spade, e l'asso e il 6 di Bastoni), appare improbabile che anche i quattro 10 possano essere andati perduti, e che quindi il mazzo fosse consistito di 52 soggetti, lo stesso numero di carte con cui giocavano i Mori.

Il mazzo è stampato a xilografia su carta spessa, per poi essere colorato a mano, senza ancora usare mascherine, ma intingendo il dito nell'inchiostro e usandolo come un pennello, una tecnica tramandata dai Mori. Furono usati quattro colori: per effetto dell'invecchiamento del materiale oggi ci appaiono come rossiccio-bruno, marrone scuro o nero, rosa e giallo; quest'ultimo si percepisce a malapena per via del colore della carta (si vedano le calze del fante di Bastoni, più avanti nella pagina). Il risultato complessivo è abbastanza rustico, sebbene alcune decorazioni come foglie, ghiande e piccoli animali furono aggiunti con una certa parsimonia per riempire gli spazi vuoti delle carte non figurate, e per rendere più vivo lo sfondo delle figure.

fante di Denari

Nonostante il catalogo del museo faccia riferimento alla sigla Italia 2, il mazzo potrebbe provenire da qualsiasi punto entro una vasta area oggi corrispondente alla Spagna, Italia settentrionale, Francia meridionale, Svizzera e Germania sud-occidentale. Fu rinvenuto a Siviglia, e l'unico paese dove si usa un mazzo con la medesima composizione è la Spagna, ma alcuni studiosi sostengono che il berretto che compare sull'asso di Denari si sosa bene con l'ipotesi di un'origine dal nord-est dell'Italia, ma altri identificano gli abiti indossati dalle figure come tedeschi.


I SEGNI DEI SEMI

Considerato che questi segni rappresentano la più antica raffigurazione dei tradizionali Denari, Coppe, Spade e Bastoni, si possono fare diverse osservazioni in merito alla loro forma, tenendo presenti anche quelli delle carte dei Mamelucchi, di età analoga (cfr. pagina V), e i diversi sistemi di semi che vennero sviluppati nei successivi 150 anni.

DENARI
I segni potrebbero non rappresentare delle vere monete; sono di forma rotonda, ma la loro unica decorazione consiste in una semplice linea ad S che li divide ciascuno in due metà, una delle quali è riempita di colore. Comunque anche il seme di Denari delle carte mamelucche, che senza alcun dubbio simboleggia la locale monetazione, aveva sui propri segni ricche decorazioni anziché raffigurazioni umane, che rimanevano assenti anche dalle monete vere e proprie per motivi etico-religiosi.
L'asso, invece, potrebbe effettivamente rappresentare una moneta occidentale, o una medaglia, in quanto raffigura una testa maschile che indossa un betterro di foggia tardo-medievale.
asso e 6 di Denari


asso di Coppe
COPPE
Questi segni si rifanno più alla tradizione europea che agli alti e sottili calici delle carte mamelucche. Sebbene essendo tenuti in mano dai personaggi delle figure non vi sia alcun dubbio su quale parte è quella superiore e quale quella inferiore, la loro forma quasi trinagolare permette di guardarle da entrambi i lati. Oggi non abbiamo alcuna difficoltà a riconoscere questi come gli arcaici segni del seme di Coppe; ma non bisogna dimenticare che nei secoli XIV e XV molti giocatori vedevano queste sagome per la prima volta, e molti di essi potrebbero aver riconosciuto nelle loro forme stilizzate qualcosa di diverso.
Invece il grosso oggetto raffigurato nell'asso di Coppe ha una forma completamente differente. A prima vista la parte superiore rotonda che si regge su uno stelo dalla base ornata potrebbe far pensare ad un ostensorio, ma i ghirigori da entrambi i lati (sono forse manici?) e un pomo alla sommità sembrano suggerire che si tratta di un calice con un coperchio semicircolare (rosso e nero). Le linee diagonali che ne decorano la parte centrale ( ///// ) divennero in seguito un motivo tradizionale nel seme di Coppe spagnolo, ancora oggi presente nello stile Cadíz.

In entrambi i semi suddetti i segni sono distribuiti in maniera particolare; ad esempio, nei 6, negli 8 e nei 9 formano un cerchio. Ciò non solo è diverso dalla disposizione standard di qualsiasi stile moderno, ma anche da quella presente nelle carte mamelucche (ovviamente questo vale solo relativamente ai pochissimi esemplari che conosciamo). Negli altrettanto rarissimi esemplari ancora esistenti di carte moresche, risalenti a non oltre la metà del '500, la disposizione di Denari e Coppe corrisponde a quella appena descritta, ed anche alcuni altri dettagli coincidono: evidentemente i fabbricanti di carte da gioco sul piano grafico avevano già cominciato a seguire alcune linee guida comuni.
La differenza di forma che c'è fra i grossi segni raffigurati sugli assi di Denari e di Coppe, e quelli più piccoli sulle restanti carte di entrambi i semi, è una caratteristica in comune con i tarocchi classici, e con alcuni stili dell'Italia settentrionale.

9 di Coppe

asso e 6 di Spade
SPADE
Il seme di Spade nasce direttamente dalle suyûf arabe, cioè "spade" o "scimitarre"; seguendo la tradizione europea, in alcune aree la loro forma si raddrizzò, come in questo caso, ma la trasformazione non avvenne altrove, soprattutto nell'Italia settentrionale, dove a tutt'oggi il seme di spade ha lame ricurve.
L'asso è stranamente diviso in due metà; poiché è logico pensare che la carta sia stata ottenuta da un'unica matrice, è inverosimile che ciò sia il risultato di un errore di stampa, e nessuno degli altri soggetti ha una simile fenditura; ciononostante, il significato di una spada spezzata rimane oscuro.
È interessante come l'elsa di ciascuna spada si congiunge a quella vicina; tale dettaglio si trova nelle carte dei Mamelucchi (anche i calici del seme di Coppe sono uniti per il bordo superiore), e oggi è ancora presente nei tarocchi classici e negli stili dell'Italia settentrionale, benché le loro spade siano ricurve.

BASTONI
Diversamente dalle Spade, questo seme ha stranamente mantenuto la sua forma tradizionale araba, cioè quella dei bastoni da polo. Poiché nell'europa del XV secolo il polo fosse uno sport del tutto sconosciuto, ci domandiamo con quale oggetto i giocatori identificavano questo seme, e con quale nome lo chiamavano. Comunque questa forma testimonia la diretta correlazione fra le carte arabe ed europee più di quanto lo faccia qualsiasi altro seme, e fornisce una prova che sebbene i bastoni da polo furono poi trasformati in randelli (o in mazze cerimoniali, nell'Italia settentrionale), il cambio non avvenne bruscamente, ma ci vollero diversi anni, persino decenni perché avesse luogo.
Sfortunatamente l'asso di questo seme è andato perduto; sarebbe stato interessante vedere se anche questo soggetto somigliava ai bastoni da polo a forma di L, o se erano già identificabili tracce della suddetta trasformazione .

5 di Bastoni

I segni dei semi di Spade e Bastoni si intrecciano, formando un motivo ad incrocio; questa disposizione si perpetuò solo in Portogallo, da dove stranamente salparono in direzione dell'altra metà del mondo, ispirando in Giappone uno stile simil-portoghese (si veda la galleria relativa).


LE FIGURE


fante di Bastoni
Lo schema adottato per tutti e quattro i semi consiste di fanti appiedati, cavalieri e re seduti su un trono (il cui schienale è visibile in tutti e quattro i soggetti).
Una prima considerazione è che le figure umane erano state appena introdotte per indicare i tre punti più alti di ciascun seme, forse la differenza di maggior rilievo fra le figure occidentali ed i loro corrispettivi islamici, ed il loro aspetto complessivo era già molto simile a quello che oggi si può trovare in molti stili regionali. In particolare, alcune delle figure venivano già raffigurate in un atteggiamento abbastanza tipico, cioè volgendo la testa all'indietro, ciò che ancora oggi è assai comune vedere.
Tre personaggi fra quelli ancora esistenti porta la barba: il fante di Bastoni, e il cavallo e il re di Spade. Questo dettaglio forse mostra che la barba non aveva ancora alcun significato particolare, mentre col passare del tempo divenne prevalentemente un attributo denotante maturità, saggezza o regalità. Quindi in molti degli stili che si svilupparono in seguito sono solo i re a portarla.
Il cavallo di Spade è anche un Moro; si noti il copricapo a punta e lo scudo, entrambi di foggia saracena, sebbene la lama della spada non sia curva. Un cavallo di Spade della metà del '500, che indossa un più generico turbante moresco, si trova anche nel Museo Tedesco delle Carte da Gioco, a Leinfelden, e di questo personaggio se ne trova traccia persino fra gli stili ancora esistenti, dando sufficiente prova che questo soggetto era una volta abbastanza comune.
cavallo e re di Spade

Venivano dalla Spagna queste carte? O dall'Italia? O magari dalla Germania? Probabilmente il dubbio non verrà mai chiarito, ma proprio la sua incerta origine può far sì che questo antico reperto venga considerato come un antesignano di tutti gli stili di carte da gioco usate in Occidente.


ulteriori riferimenti al tarocco si possono trovare nei siti Trionfi e The Hermitage



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