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~~ Galleria 5 ~~ il tarocco ed altre carte antiche · pagina IX · IL TAROT DE PARIS 1ª parte |
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pagina I tarocchi classici |
pagina II tarocchi regionali |
pagina III l'ordinamento dei trionfi |
pagina IV moderni & di fantasia |
pagina V il Mulûk wa-Nuwwâb |
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pagina VI i tarocchi dei Visconti |
pagina VII i tarocchi ferraresi |
pagina VIII il tarocco di Marsiglia |
pagina X il tarocco di Viéville |
pagina XI le Minchiate |
pagina XII il tarocchino di Mitelli |
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pagina XIII il tarocco di Mantegna |
pagina XIV il Hofjagdspiel |
pagina XV il Hofämsterspiel |
pagina XVI il mazzo di Jost Amman |
pagina XVII il mazzo moresco Italia 2 |
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la ristampa del Tarot de Paris è un'edizione a tiratura limitata di Grimaud (Francia)
ringrazio Mario Ostidich per il suo contributo alle fonti iconografiche
la Stella |
Il Tarot de Paris
è un mazzo degli inizi del XVII secolo custodito nella Biblioteca Nazionale
della stessa città. Il nome si riferisce a questo tarocco in particolare, e
non va confuso con lo stile che una volta si usava a Parigi per i mazzi più
comuni. Molte caratteristiche interessanti rendono il Tarot de Paris unico nel suo genere. Una di esse è che si tratta del più antico tarocco al mondo del quale siano state conservate tutte e 78 le carte originali. Un altro aspetto è che questo mazzo sembrerebbe un eclettico risultato della miscela di svariati tipi di carte da gioco. Infatti nel corso del XVI secolo tre principali varianti di carte probabilmente conversero in direzione di Parigi, grazie ai numerosi rapporti di carattere commerciale e culturale della città: il tarocco italiano che aveva fatto tappa a Lione, dove si era francesizzato, le carte spagnole di origine araba, la cui popolarità cresceva lungo il Golfo di Guascogna, e le carte venatorie tedesche. |
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Sebbene quest'ultime non ebbero mai successo in Francia, le loro attraenti
illustrazioni avevano senza dubbio colpito l'attenzione dei locali produttori di carte
da gioco. Il più antico tarocco francese conosciuto, del quale rimangono alcune carte,
era un'edizione di fantasia realizzata a Lione nel 1557, alla quale oggi è dato il
nome di tarocco di Geofroy Catelin dal nome del
produttore, con semi a forma di animali in luogo dei soliti segni,
chiaramente ispirati all'uso dei mazzi venatori. Nel Tarot de Paris diversi soggetti sono compatibili con lo schema francese meridionale (cioè quello che oggi chiamiamo marsigliese), ma altri differiscono, tanto per l'impostazione grafica che per quanto vi è raffigurato. |
le vie lungo le quali, nel '500, venne influenzato il tarot de Paris |
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due soggetti che avrebbero dovuto riportare il nome del fabbricante |
Le carte della riedizione, da cui provengono
le immagini mostrate in questa pagina, hanno conservato la cornice a scacchi,
in realtà il lembo del rivestimento del retro, originariamente ripiegato sul
davanti e incollato lungo il bordo, una caratteristica comune ai tarocchi
italiani e alle minchiate dello stesso periodo. Il fabbricante del Tarot de Paris rimane ignoto. Stranamente i soggetti che avrebbero dovuto mostrarne il nome, cioè il 2 e il 4 di Denari, e il 3 e 4 di Coppe, riportano un'incompleta dicitura ·FAICT·A·PARIS·PAR· ("prodotto a Parigi da"). Il nome del fabbricante è chiaramente assente dagli spazi vuoti che gli erano stati riservati, cioè non è né divenuto illeggibile né tantomeno si è cancellato, come se chi stampò il mazzo avesse avuto in mente di aggiungere il proprio nome in un secondo momento, piuttosto che ometterlo, come suggerisce l'ultimo vocabolo ·PAR· ("da"). |
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I NOMI DEI TRIONFI
I · LE BATELEUR il bagatto |
VIII · JUSTTICE la giustizia |
XV · LE DIABLE il diavolo |
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II · LA PAPESSE la papessa |
VIIII · LERMITE l'eremita |
XVI · LA FOULDRE la saetta |
III · LINPERATRICE l'imperatrice |
X · LA ROUE DE FOURTUNE la ruota della fortuna |
XVII · LESTOILLE la stella |
IIII · LANPERREUT l'imperatore |
XI · FORCE la forza |
XVIII · LA LUNE la luna |
V · LE PAPE il papa |
XII · LE PANDUT l'appeso |
XVIIII · LE SOLEIL il sole |
VI · LAMOUREUS gli amanti |
XIII · LA MORT la morte |
XX · LE JUGEMENT il giudizio |
VII · LE CHARIOT il carro |
XIIII · A TREMPANCE la temperanza |
XXI · LE MONDE il mondo |
LE FOUS il matto |
la Luna del tarocco di Carlo VI |
La correlazione suddetta forse si può spiegare con
il Tarocco di Carlo VI, che ancora appartiene
all'antica tradizione di carte dipinte a mano, realizzate specificamente per facoltosi
committenti. Secondo una teoria obsoleta, questo mazzo, del quale ne
rimangono solo pochi soggetti, venne prodotto per il sovrano francese che regnò
dal 1380 al 1422, ricordato per la sua pazzia più che per le sue gesta.
Ma gran parte degli esperti è oggi concorde sul fatto che queste carte
risalgano al secolo successivo (tardo '400), e che furono prodotti probabilmente
nell'Italia nord-orientale, sebbene ora si trovino alla Biblioteca Nazionale
di Parigi. Il Tarocco di Carlo VI è compatibile con altri riferiti all'area di Ferrara (gruppo B secondo Dummett, o gruppo orientale). Possiamo supporre che l'autore del Tarot de Paris conoscesse il Tarocco di Carlo VI, il quale potrebbe aver rappresentato un archetipo nell'area di Parigi. |
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I SOGGETTI DEI TRIONFINel Tarot de Paris i soggetti guardano dal lato opposto a quello verso cui sono diretti quelli dello stile marsigliese. Tale caratteristica è discussa più approfonditamente nella galleria sullo stile parigino (vedi tarocco di Marsiglia, 3ª parte). Il primo trionfo raffigura un uomo intento a compiere giochi di prestigio, a cui assistono altri personaggi, cioè il suo pubblico, le cui facce caricaturali sottolineano la bassezza delle attività umane materiali, confermata da un cane e una scimmietta che giocano sotto al tavolo. Personaggi addizionali in questa carta rappresentano un dettaglio mai presente in alcun altro tipo di tarocco del gruppo marsigliese, che è invece costantemente presente nel Tarocchino di Bologna, così come pure nei mazzi di lusso prodotti tra Ferrara e Venezia (cfr. tarocchi regionali). |
il Bagatto |
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il Carro tirato da oche |
l'Eremita davanti a un portone |
Dopo una Giustizia bicefala e bendata, con
le tradizionali spada e bilancia, viene l'Eremita in posa da pellegrino,
con la presenza di due dettagli minori ma insoliti: un rosario, tenuto in mano,
e un edificio (un ospizio o un convento) davanti al cui portale d'accesso
è stante il personaggio; è interessante notare che ancora oggi nel
tarocco bolognese l'Eremita è affiancato
da un pilastro o colonna squadrata, le cui forme sono simili a quelle del detto edificio. Anche la Ruota della Fortuna, la cui illustrazione è mostrata in fondo alla pagina, è rispondente alla tradizione marsigliese, sebbene i personaggi siano quattro (uno è in ginocchio sotto la ruota, come nel tarocco Pierpont-Morgan-Visconti) anziché i soliti tre, e non hanno volti d'animale. |
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Una Temperanza standard precede il Diavolo,
il cui assetto invece è chiaramente diverso da quello di Marsiglia:
ritratto di fianco (non frontalmente), in piedi sul terreno (senza predella),
privo di diavoletti minori legati ad entrambi i lati, e una faccia grottesca
in più sull'addome, tutti elementi spesso rinvenuti nello stesso soggetto
appartenente ai tarocchi di Ferrara e Bologna. La carta che segue è forse la più interessante della serie: con la dicitura LA FOVLDRE (per la Foudre, "la saetta"), è un soggetto originario dei tarocchi più antichi, che il Tarot de Paris conservò in luogo de la Torre o la Maison Dieu. Saette o palle di fuoco cadono dal cielo (cfr. questo soggetto anche nell'edizione di Vieville), e mentre gli umani cercano disperatamente un riparo, un demone, la figura centrale della composizione, sottolinea drammaticamente la furia divina facendo tuonare il proprio tamburo. |
la Saetta (cioè la Torre) |
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la Luna |
Questa interpretazione rigetta qualsiasi riferimento a simbolismi ermetici
(il gambero, i cani, ecc.), e quasi precorre i tempi delle piccole scene di
gusto popolare che decorano il moderno Tarot a semi francesi.
Illustrazioni come quella mostrata a destra, proveniente da un'edizione del XV secolo
del Roman de Paris, (uno fra i molti poemi cavallereschi francesi scritti nel
tardo Medioevo, ma ancora ben conosciuti nel '500), potrebbe aver facilmente
rappresentato la fonte d'ispirazione di questo soggetto. |
illustrazioni come questa potrebbero aver ispirato il soggetto de la Luna |
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Inoltre, ancora oggi nel Tarocchino bolognese troviamo un personaggio
assai simile, in piedi su un globo, sebbene i suoi attributi siano mutati in
quelli del dio Mercurio, cfr. tarocchi regionali,
1ª parte. Poiché questa è la carta più alta della serie, la tenda potrebbe rappresentare la mitica soglia o porta che l'uomo dovrebbe superare al termine del suo percorso morale verso la purificazione, per raggiungere il più alto livello di perfezione spirituale (secondo il modo in cui il cosmo veniva interpretato nel Rinascimento, cioè strutturato in forma di cerchi o livelli concentrici, cfr. il tarocco di Mantegna). |
il Sole |
il Mondo |
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Tuttavia una raffigurazione simile, che risale al
1505, si trova a Siena, nel duomo della città, il cui pavimento è coperto
da tarsie marmoree. Uno dei pannelli mostra una donna,
in questo caso l'allegoria della Fortuna (qui a destra), che si regge in equilibrio
con un piede su una sfera e con l'altro su una barca, mentre solleva in alto
una piccola vela; quest'ultima ricorda piuttosto da vicino l'anzidetto tendaggio.
In effetti, in questa allegoria la Fortuna rappresenta il destino umano, il cui incerto
progredire è simboleggiato dalla precaria statica del suo punto d'appoggio. Accanto al pannello appena descitto ve n'è un'altro che raffigura una classica Ruota della Fortuna; questo è più antico, del tardo XIV secolo, e sebbene sia stato completamente rimpiazzato da una copia moderna, realizzata attorno al 1870 a causa delle cattive condizioni dell'originale, l'immagine è ancora fedele al suo aspetto primitivo. Infine, il Matto non ha particolari caratteristiche, ma curiosamente ricorda un moderno jolly, abbigliato come un giullare di corte. |
pannello del pavimento del Duomo di Siena |
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