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~~ Galleria 5 ~~ il tarocco ed altre carte antiche · pagina VII · I TAROCCHI FERRARESI |
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pagina I tarocchi classici |
pagina II tarocchi regionali |
pagina III l'ordinamento dei trionfi |
pagina IV moderni & di fantasia |
pagina V il Mulûk wa-Nuwwâb |
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pagina VI i tarocchi dei Visconti |
pagina VIII il tarocco di Marsiglia |
pagina IX il Tarot de Paris |
pagina X il tarocco di Viéville |
pagina XI le Minchiate |
pagina XII il tarocchino di Mitelli |
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pagina XIII il tarocco di Mantegna |
pagina XIV il Hofjagdspiel |
pagina XV il Hofämsterspiel |
pagina XVI il mazzo di Jost Amman |
pagina XVII il mazzo moresco Italia 2 |
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· 3ª parte ·
I TRIONFI
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particolare di un foglio Dick: (in alto): regina di Spade e il Vecchio, anche detto il Tempo (XI); (in basso): la Giustizia (XX) e il Mondo |
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I trionfi che si sono conservati sono piuttosto pochi, salvo quelli che apartengono alla serie del Tarocco di Carlo VI (sedici carte). Nessuno dei soggetti si è salvato in tutti e quattro i tarocchi, e solo i numeri VI (la Temperanza) e XXI (il Mondo) sono presenti fra i trionfi superstiti di tre tarocchi su quattro. Pertanto, fare una valutazione sistematica di tutti i soggetti non è facile; soprattutto nel caso di quelli per i quali un confronto non è più possibile, essendone rimasto un unico esemplare, dovrebbero essere presi in considerazione con una certa cautela, tenendo a mente che a quei tempi non era infrequente che uno stesso soggetto venisse raffigurato in modi diversi, anche tra tarocchi dello stesso gruppo di appartenenza (le due diverse allegorie de la Temperanza mostrate qui a destra ne sono un esempio). Alcuni dei trionfi che mancano in tutti e quattro i tarocchi miniati, fra i quali la Papessa, l'Imperatrice, la Ruota della Fortuna, ed altri, possono ancora essere studiati grazie ai fogli Dick, descritti nella 1ª parte. |
Temperance in the AS and CVI |
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EE ~ il Bagatto |
Il primo soggetto della serie, il Bagatto, oppure Bagattino, o Bagattelliere, oltre al personaggio principale (un prestigiatore o un ciarlatano nella pubblica via) presenta sempre una o più figure aggiuntive che rivestono la funzione di pubblico. Questo dettaglio in apparenza insignificante, ma mai presente nei tarocchi del gruppo C, rafforza il significato metaforico di questa carta, cioè "il livello morale più basso toccato dall'uomo", in quanto non solo colui che opera i giochi, ma anche coloro che indugiano di fronte ad un'attività così insulsa, anche semplicemente per assistervi, condividono la medesima condizione. Sono rimaste due carte de l'Imperatore, in particolare quelle del CVI e del RS, ed in entrambe si osservano due figure più piccole e giovanili, che stanno eretti o si inginocchiano ai piedi del personaggio principale, mentre nel gruppo C solo il tarocco Cary-Yale, uno dei più antichi che si conoscano, l'Imperatore è in compagnia di una coppia di paggi. |
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a destra: il soggetto discusso dal RS |
Inoltre su nessuno dei due esemplari è raffigurato uno scudo con l'aquila, lo stemma riferito al Sacro Romano Impero; tale aquila si trova comunemente nel corrispondente soggetto dei tarocchi del gruppo C. La carta de l'Imperatore del RS è al centro di un'interessante controversia che ha per protagonisti due fra i maggiori esperti nel campo dei tarocchi, Stuart Kaplan e Michael Dummett. Il primo ritiene che la carta mostrata qui in alto sia un trionfo, mentre il secondo sostiene trattarsi del re di Denari, data la grossa moneta che tiene nella mano sinistra. In favore della teoria di Kaplan sono le due piccole figure "aggiuntive" (che il re di Bastoni del medesimo tarocco non ha), e la suddetta moneta, che invece è presente ne l'Imperatore del CVI, quasi come se nei tarocchi ferraresi la stessa fosse un particolare attributo di questo personaggio. |
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Il principale motivo della questione è la leggera differenza di dimensioni di alcuni dei soggetti scartati da Kaplan: l'entità di tale differenza varia da soggetto a soggetto, ma rimane comunque confinata entro i 3-4 cm, ed una misurazione precisa di queste carte è anche un'operazione difficile per via della superficie incurvata di alcune di esse. Dummett invece fonda la sua attribuzione sullo stile grafico delle illustrazioni e sul motivo del bordo che circonda ogni soggetto (cfr. 1ª parte per vederli a confronto).
Altri esperti hanno cercato di conciliare le due posizioni proponendo che le carte dalle misure non perfettamente corrispondenti potrebbero essere state aggiunte al mazzo originale qualche tempo dopo, in sostituzione di soggetti danneggiati o andati perduti; ciò spiegherebbe la leggera differenza di dimensioni, nonostante le illustrazioni siano stilisticamente sovrapponibili alle restanti carte del mazzo. |
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particolare della testa del papa, dal CVI e dal EE |
Si noti che nel CVI il pontefice non porta la barba, contrariamente a quanto avviene nel EE e nella maggior parte dei tarocchi conosciuti, di qualsiasi gruppo; evidentemente chi dipinse il CVI conosceva le vere fattezze del papa di Roma: infatti nel corso del '400 nessuno dei papi ebbe la barba, come testimoniano dipinti ed incisioni. Guardando al personaggio ancor più in dettaglio, le sue caratteristiche facciali non sembrano neppure generiche, come se l'autore del tarocco avesse tentato di ritrarre un pontefice autentico. |
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Il trionfo numero VI è la Temperanza, la cui iconografia si basa sulla tradizionale figura femminile che travasa acqua da un recipiente ad un altro; ma nel AS la troviamo, a sorpresa, seduta sul dorso di un cervo, completamente discinta (l'illustrazione è stata mostrata in precedenza). Il significato simbolico di un atteggiamento così bizzarro resta poco chiaro. La carta detta l'Amore (VII), più conosciuta nel gruppo C come gli Amanti, è rimasta nel solo CVI; nella scena che raffigura, non una ma ben tre coppie, elegantemente abbigliate, procedono in allegria mentre sopra di loro due Cupidi scoccano le loro frecce. |
EE ~ la Temperanza |
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CVI ~ Amore |
Tuttavia un frammento di uno dei fogli Dick raffigura la stessa scena secondo l'iconografia più conosciuta, con un solo Cupido in alto e una sola coppia in basso, il cui l'unico particolare curioso è che la figura femminile appare essere stata appena colpita da un dardo d'amore. Qui il numero VIII dimostra che questo tarocco segue un'ordinamento dei trionfi nel quale l'Amore vale più de il Carro, come spiegato a pagina III (per maggiori dettagli vedi ORDINAMENTI ARCAICI). |
foglio Dick ~ frammento di Amore; si noti l'acconciatura dei personaggi |
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Una scena trionfale è espressa in modo anche più evidente nel soggetto che si trova lungo uno dei bordi dei fogli Dick, sebbene della carta ne sia rimasta solo metà: una figura alata (la Vittoria?) si tiene in equilibrio su un globo posto alla sommità di un carro decorato, circondata da personaggi a bordo dello stesso veicolo. Tra il cavallo e il bordo dell'illustrazione vi sono alcuni elementi figurativi poco chiari, forse un braccio dall'ampia manica, che potrebbe riferirsi ad un palafreniere (come nel AS).
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De la Ruota della Fortuna ci è pervenuto solo un soggetto non tagliato dei fogli Dick; pertanto possiamo solo supporre che anche nei tarocchi miniati avesse lo stesso aspetto. Corrisponde abbastanza all'allegoria tradizionale del gruppo C, con la sola differenza che i personaggi alle prese con gli alti e i bassi della vita sono quattro. |
foglio Dick la Ruota della Fortuna |
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Il trionfo numero XI, il Vecchio, è assai simile al soggetto equivalente del gruppo C, cioè l'Eremita. L'unica vera discrepanza tra i due è la clessidra che il personaggio del tarocco ferrarese tiene in una mano; per tale ragione il suo nome alternativo è il Tempo. Nell'altro gruppo questo oggetto si trasformò in una lanterna, probabilmente a causa di una misinterpretazione della sua forma. Ciò dimostra la grande importanza dei simboli nelle illustrazioni dei tarocchi; un particolare apparentemente insignificante può portare al cambiamento di nome dell'intero soggetto. I personaggi allegorici, essendo puramente fantastici, non hanno una loro propria immagine nella quale identificarsi: vengono espressi solo per mezzo di attributi convenzionali, cioè abiti, oggetti, animali, ed altri particolari allusivi, che secondo un linguaggio metaforico agiscono quasi come delle "etichette". Se l'attributo cambia, a volte per errore, anche il personaggio si trasforma in un altro, perdendo la sua identità originale. |
hanno un aspetto quasi identico |
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CVI ~ il Traditore |
L'iconografia sembra la stessa di quella del gruppo C, tanto nel CVI (a sinistra) che nei fogli Dick (un sottile frammento che mostra solo il palo sinistro del patibolo, comunque sufficiente a poter presupporre il resto dell'illustrazione). Un particolare interessante della carta del CVI è dato dai sacchetti che il giovane uomo tiene in ciascuna mano. Non sono legati ai suoi polsi, e le sue dita si stringono attorno ad essi in piena volontà, come se il loro contenuto, probabilmente costituito da monete, valesse l'ulteriore sacrificio di sostenere un peso aggiuntivo, nonostante la posizione già molto scomoda (forse una metafora della cupidigia?). Il trionfo numero XIII, che anche nei tarocchi ferraresi è la Morte, viene mostrato in forma di scheletro a cavallo che brandisce una falce. |
CVI ~ la Morte |
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fogli Dick ~ il Diavolo |
La carta dal tarocco miniato è più decorata e policroma, e il terreno sotto al cavallo è disseminato di cadaveri di alte personalità (un papa e due cardinali, disposti in modo molto simile a quelli del quarto trionfo), a significare che la morte colpisce in modo imparziale. Purtroppo il trionfo de il Diavolo è andato perduto in tutti e quattro i tarocchi più importanti, ma è sopravvissuto nei fogli Dick. La principale differenza coi tarocchi del gruppo C è la presenza di una o più facce aggiuntive poste lungo il corpo del demone: più spesso ne aveva una sul ventre, e a volte altre sul torace, sulle articolazioni maggiori, ecc., secondo un'iconografia frequentemente usata nel Medioevo, che troviamo come elemento comune nei tarocchi del tipo B e del tipo A (cioè quelli ferraresi e bolognesi). Invece non era mai presente in questa carta alcun personaggio aggiuntivo, quali i piccoli diavoli incatenati che comunemente compaiono nei tarocchi del gruppo C. Il trionfo numero XV è forse quello col nome più controverso dell'intera serie. A Ferrara si chiamava il Fuoco, oppure la Saetta, mentre nei tarocchi del gruppo C si usa un nome diverso, la Torre (soggetto numero XVI, superiore di una posizione), e nel Tarocco di Marsiglia è anche detto la Casa di Dio, ma da fonti letterarie sono note anche altre definizioni, quali la Casa del Diavolo, la Casa del Dannato e la Casa di Plutone (cfr. pagina III). |
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In tutti questi casi l'illustrazione appare piuttosto simile , con la sola eccezione di alcune edizioni realizzate in aree francofone (si vedano in proposito il Tarot de Paris e il Tarocco di Viéville). Una possente torre viene colpita da un fulmine, ragion per cui prende fuoco, a volte frantumandosi, come nel CVI; nei tarocchi prodotti a Ferrara (ma anche a Bologna) dalla torre non cade a terra nessun abitante, come invece avviene nel gruppo C. Un'altra sottile differenza è che la costruzione ha una sezione quadrata anziché rotonda. Fatto curioso, a Bologna (gruppo A) la forma dell'edificio è quadrata, quindi simile a quella del CIV, ma il suo nome è la Torre, condividendo col gruppo C anche la sedicesima posizione che la carta occupa tra i trionfi. Nei fogli Dick questo soggetto è stampato capovolto; nei tarocchi antichi un simile errore non era infrequente, ma riguardava più spesso il Traditore (ovvero l'Appeso del gruppo C); ciò fa pensare che alcuni artigiani incaricati della realizzazione delle matrici per stampare tarocchi avevano difficoltà ad interpretare il significato di qualcuno dei soggetti che stavano intagliando, al punto da capovolgerli. Poiché nei fogli Dick anche il numero romano della carta è sottosopra, cioè ha la stessa direzione della torre in fiamme, è molto probabile che l'artigiano pasticcione abbia copiato il soggetto da un modello. |
CVI ~ la Saetta (il Fuoco) |
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