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~~ Galleria 5 ~~
il tarocco ed altre carte antiche
· pagina VIII ·

IL TAROCCO DI MARSIGLIA


3ª parte

OSSERVAZIONI SU ALCUNI
SOGGETTI FRAMMENTARI DEL FOGLIO CARY
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altre pagine

pagina I
tarocchi
classici
pagina II
tarocchi
regionali
pagina III
l'ordinamento
dei trionfi
pagina IV
moderni &
di fantasia
pagina V
il Mulûk
wa-Nuwwâb
pagina VI
i tarocchi
dei Visconti
pagina VII
i tarocchi
ferraresi
pagina IX
il Tarot
de Paris
pagina X
il tarocco
di Viéville
pagina XI
le
Minchiate
pagina XII
il tarocchino
di Mitelli
pagina XIII
il tarocco
di Mantegna
pagina XIV
il
Hofjagdspiel
pagina XV
il
Hofämsterspiel
pagina XVI
il mazzo di
Jost Amman
pagina XVII
il mazzo moresco
Italia 2

ringrazio Mario Ostidich per il suo contributo a questa pagina




l'intero foglio Cary
Nella 1ª parte, il cosiddetto foglio Cary è stato descritto come una stampa xilografica risalente al 1500 circa, probabilmente incisa nei dintorni di Milano, che raffigura le prime illustrazioni di cui si abbia cognizione compatibili con lo stile di tarocco ora definito "di Marsiglia".
Il foglio contiene solamente sei carte intere (quelle centrali); le rimanenti quattordici sono tagliate, e poiché i primi tarocchi non avevano nomi né numeri, si può solo tentare di dare un nome ai soggetti sulla base di quanto è ancora visibile. Ma lo stile è così tradizionale che uno o due particolari sono sufficienti ad identificare un soggetto. Infatti, nonostante la loro età, circa 500 anni, la somiglianza di queste carte con quelle di produzione moderna è davvero sorprendente: il Bagatto agita una bacchetta davanti ad un tavolino ingombro di piccoli oggetti senza valore, ne la Stella una figura femminile inginocchiata versa acqua da due brocche, mentre ne la Luna vediamo un'aragosta nel fiume, con un cane da ciascun lato, proprio come nelle odierne edizioni tradizionali.
Ciononostante, all'alba del XVI secolo non tutti i soggetti si erano ancora evoluti nello schema marsigliese "classico". Uno di essi è il Diavolo, la seconda carta dell'ultima fila in basso, delle cui discordanze si è già detto nella 2ª parte.

Anche la Papessa, uno dei sei soggetti completi, è raffigurata seduta davanti ad un libro aperto poggiato su un leggìo, assistita da un chierico o forse da un piccolo monaco (a giudicare dalla tonsura): nelle successive edizioni, quest'ultimo personaggio venne abbandonato, così come pure il leggìo, ma non il libro.

Fra i soggetti frammentari, il Sole è la carta all'estremità sinistra della terza fila. Ne vediamo la metà destra, nella quale il disco solare spande i suoi raggi tutt'attorno. Più sotto è la figura di un bambino o di un giovane, in piedi e privo di abiti, di cui si vede buona parte del corpo.

la Papessa
Il soggetto tradizionale de il Sole dovrebbe avere due bambini - alcuni li definiscono gemelli - laddove la carta del foglio Cary, prima di perdere la sua metà sinistra, ne aveva probabilmente solo uno. Infatti, se si considerano le dimensioni effettive della carta, ovviamente identiche a quelle dei soggetti centrali del foglio, ciò che rimane di questo trionfo è all'incirca metà dell'illustrazione originale, o forse solo leggermente meno (cfr. la figura successiva). Anche la posizione del disco solare, sempre centrale, fa pensare che questa carta sia stata tagliata in due parti quasi uguali.

il Sole da diverse edizioni antiche (Dodal, Noblet, Conver)
Ma se ciò che vediamo è metà dell'originale, lo spazio residuo dal lato mancante sembra un po' troppo stretto per un secondo giovane, a meno che le due figure non fossero parzialmente sovrapposte. Ciò non accade mai nelle altre edizioni del tarocco di Marsiglia (compresi gli esemplari più antichi conosciuti); dietro l'unico personaggio, poi, non sono visibili parti attribuibili ad una seconda figura.
A parte questo, nella mezza carta del foglio Cary sono rinvenibili particolari solitamente alieni alle altre edizioni.

la metà destra superstite de il Sole
  1. Dietro il capo della figura sventola un sottile oggetto a doppia punta, che ha l'aspetto dell'estremità di una bandiera; dato che il personaggio è di capigliatura scura, qualsiasi rapporto con la sua testa, come ad esempio una lunga coda di cavallo, è impossibile.
  2. Un oggetto simile, ma più ampio, probabilmente di stoffa, sembra pendere dietro la schiena della figura: questo potrebbe correlarsi all'oggetto precedente (cioè una parte più larga della stessa bandiera), oppure potrebbe rappresentare un mantello; infatti la sua parte sinistra sembra seguire la curva della spalla del personaggio dallo stesso lato, terminando in un punto più scuro, come ad esempio una fibbia, situata tra il collo e il torace.
  3. Il personaggio probabilmente tiene in mano un bastone (o un'asta, o una pertica), puntata verso l'alto, la cui parte centrale è nascosta dal suo avambraccio, quasi nella posa di un portabandiera.
  4. Sul terreno si vede una linea diritta, forse un cordolo a delimitare il sentiero dalla parte erbosa più incolta sulla destra (per simmetria, ne sarebbe stata presente una analoga dall'altro lato della carta); la riga è parallela all'anzidetto bastone, ma questa è probabilmente una coincidenza, nel qual caso fra i due particolari non vi sarebbe alcuna relazione.
Il tentativo di ridisegnare le parti mancanti di un'illustrazione incompleta non può avere alcuno scopo ai fini di una ricerca oggettiva, in quanto non può essere fornita alcuna prova che le parti ricreate siano sufficientemente fedeli alle originali, e non pura fantasia. Ciononostante, il risultato finale di una tale operazione è senz'altro affascinante, quando la ricostruzione è perfettamente compatibile con la porzione residua.
L'illustrazione a destra è stata disegnata e gentilmente fornita da Mario Ostidich (Milano); le parti in rosso sono ovviamente ipotetiche.
I visitatori possono inviare la loro personale interpretazione della carta all'indirizzo e-mail del webmaster; fin quando sarà disponibile memoria residua sul server, verranno mostrate in questa pagina. Si prega di non inviare immagini più grandi di 35-40 Kbytes.

Per completezza, dovremmo spendere qualche parola a proposito dei due frammenti più piccoli del foglio, cioè quelli negli angoli in alto a sinistra e a destra.

ricostruzione ipotetica,
di Mario Ostidich
Rimane così poco dei due soggetti che la loro identificazione è incerta. Comunque, ammettendo che questo mazzo avesse avuto gli stessi trionfi di un moderno tarocco di Marsiglia, e confidando sul fatto che nel foglio non compaiono carte dei semi se non agli ultimi due posti, possiamo ragionevolmente ipotizzare che gli anzidetti frammenti siano appartenuti a trionfi, in particolare a due di quelli mancanti, cioè la Giustizia, l'Eremita, l'Appeso, la Morte, il Giudizio e il Mondo.

frammento in alto a sinistra del foglio Cary
e l'Appeso dall'edizione di Noblet
Nel primo dei due si vede un rozzo palo o montante (marcato A nella figura a sinistra), che emerge dalla vegetazione nell'angolo, e segue il bordo dell'illustrazione. Fra i soggetti menzionati, l'Appeso è quello i cui dettagli tradizionali comprendono un palo eretto in questa posizione. In tal caso, la forma in alto (B) sarebbe il gomito destro del personaggio, da cui frange oppure brandelli del vestito pendono verso il basso. La forma rotonda più sotto (C) sarebbe ovviamente la testa, sebbene non vi assomigli molto; però il personaggio potrebbe anche indossare uno zucchetto o altro copricapo (freccia in basso), dal quale emergerebbe qualche ciuffo di capelli scuri (freccia superiore).

L'altro frammento, mostrato qui sotto a sinistra, è quello più incerto, poiché il personaggio ivi raffigurato indossa una lunga veste (le cui pieghe in basso sono marcate A). Fra i trionfi compatibili con questo abbigliamento sono l'Eremita e l'allegoria de la Giustizia.

il frammento
in alto a destra
Da quanto possiamo osservare, il personaggio probabilmente siede su un trono, visto dal davanti, le cui parti (B) nel frammento sono i gradini della predella e il bracciolo destro (sinistro per chi guarda). Il trono era spesso presente nei soggetti dei tarocchi più antichi, a sottolineare l'alto rango del personaggio che vi sedeva; ad esempio, nel foglio Cary anche la Temperanza (terzo frammento dell'ultima fila), che solitamente ne è priva, siede su uno scranno il cui alto schienale è chiaramente visibile. Ma nello stile marsigliese questo particolare venne ben presto stilizzato, al punto da scomparire del tutto in molte illustrazioni.

l'Eremita
(edizione di Dodal)
Nella fattispecie, la presenza di un trono esclude l'Eremita, che normalmente è in piedi, poggiato ad un bastone: la sua parte terminale dovrebbe essere visibile in questo angolo, ma di fatto è assente.
Di norma la Giustizia nella mano destra, cioè la sinistra per chi guarda, tiene una spada, e i due piccoli ovali (C) ricordano la parte terminale di un'impugnatura (la mano avrebbe potuto trovarsi appena al di sopra). Purtroppo il frammento non comprende la bilancia, retta nell'altra mano, che avrebbe consentito una facile identificazione del soggetto. Invece i pochi dettagli disponibili non sono sufficienti a fugare ogni dubbio riguardo all'interpretazione: anche personaggi delle figure, come re e regine, potrebbero aver indossato una lunga veste, seduti su un trono, e in particolare quelli di Spade avrebbero probabilmente impugnato quest'arma, segno del seme.

la Giustizia dall'edizione di Noblet, e
la regina e il re di Spade da quella di Camoin

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1ª PARTE
IL TAROCCO DI MARSIGLIA:
ORIGINI E SVILUPPI
2ª PARTE
IL TAROCCO DI MARSIGLIA:
TRIONFI E CARTE DEI SEMI

ulteriori riferimenti al tarocco si possono trovare nei siti Trionfi e The Hermitage



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